Home › Forum › Convivere con l’alzheimer › RUOLO DELL’AMORE DEL FAMILIARE VERSO L’AMMALATO
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16 Novembre, 2020 alle 6:10 pm #569MARTINAOspite
BUONASERA E GRAZIE MILLE DI AVER RISPOSTO IN MODO COSI’ COMPLETO ALLA MIA DOMANDA. E’ PER QUESTO MOTIVO CHE VORREI CHE MI AIUTASTE A CAPIRE CHE RUOLO HA L’AMORE DI UNA PERSONA CHE SI PRENDE CURA DI UN AMMALATO DI ALZHEIMER E IN CHE TERMINI QUESTO AMORE PUO’ AIUTARE CONCRETAMENTE IL NOSTRO CARO.
17 Novembre, 2020 alle 5:42 pm #570GiuliaOspiteLa comunicazione affettiva e l’empatia (l’amore, la dolcezza, il voler bene, il sorriso, la gentilezza) sono elementi essenziali per mantenere un rapporto con il nostro caro ammalato. Non è semplice mantenere un lucido distacco quando chi ci sta accanto da tanto tempo mostra lati di sé estranei al suo carattere, ma è proprio non abbassando mai la guardia che difendiamo la persona che continua ad essere colui/colei che è colpito da una malattia di nome Alzheimer. Una persona con il proprio passato, le proprie abitudini e il bisogno costante di essere accettato. Nonostante la demenza comporta progressiva perdita di memoria, emozioni e sentimenti restano e con essi la capacità di distinguere l’affetto dalla rabbia, la sofferenza dalla gioia, la calma dalla preoccupazione.
La comunicazione fatta col “cuore” è lo strumento migliore per instaurare un rapporto di fiducia, che riduce l’ansia e rafforza la dignità e, contemporaneamente, fornisce un concreto e reale sostegno a chi ne ha bisogno e rende più semplice convivere con la malattia.17 Novembre, 2020 alle 5:49 pm #571GiuliaOspiteA questo proposito volevo suggerirti un bellissimo testo da leggere che si intitola INFINITO PRESENTE di FLAVIO PAGANO. Commovente ed emozionante, ma capace anche di far sorridere, narra la storia vera di un’anziana madre che si sta ammalando di Alzheimer e che, prima della fine, cerca di trasmettere ai propri cari «il segreto della vita».
18 Novembre, 2020 alle 10:07 am #572Maria Felicita BlasiOspiteIl paziente affetto da Alzheimer, in molti casi, dipende molto da chi si prende cura di lui e vive costantemente l’angoscia dell’abbandono; ciò genera un sentimento di insicurezza. E’ opportuno, a tal proposito, ricordare che l’ambiente, in generale, può rappresentare motivo di angoscia, in quanto il nostro caro teme di non essere più riconosciuto come familiare, quindi le costanti cure e, soprattutto, l’amore, rappresentano fattori altamente rassicuranti.
Così l’amore spingerà il caregiver ad avere pazienza con il proprio caro, senza mai forzarlo a fare qualcosa che, in un determinato momento, non sente di fare. Ciò perchè, se il malato si rifiuta di fare, ci sono dei motivi, oppure non è arrivato ancora il momento; perciò a volte basta aspettare un po’ di tempo e riproporre l’attività, che sarà svolta, magari, anche volentieri. Sarebbe costruttivo anche cercare di coinvolgerlo nelle attività con semplici consegne, come, ad esempio, farsi aiutare a riordinare l’ambiente, o ad apparecchiare la tavola, al fine di farlo sentire utile e, quindi, capace. Avere la pazienza di ripetergli ciò che deve fare, perché anche se, apparentemente sembra aver recepito il nostro messaggio, la persona affetta da demenza ricorda molto poco di ciò che gli viene detto, perciò è utile formulare frasi brevi e di semplice comprensione. Tutto ciò renderà migliore la comunicazione e l’empatia e, di conseguenza, darà al paziente una maggiore serenità per affrontare la sua quotidianità e, di conseguenza, anche quella di chi se ne prende cura.18 Novembre, 2020 alle 10:25 am #573Fabio SantacroceOspiteCara sinceramente penso innanzitutto per mia esperienza che l’amore buca la malattia,tu stessa te accorgerai, specialmente attraverso quella finestra del cuore che sono gli occhi, attraverso uno sguardo che a volte arriva inaspettato,non cercato,ma donato come contenitore di tutto l’amore del mondo che ancora offre ai familiari e agli amici.Certo la memoria è compromessa,ma non l’affettività e il bisogno d’amare e essere amati,anche insieme al quel convitato di pietra chiamato Alzheimer.Purtroppo l’isolamento a cui queste persone vanno incontro è veramente la situazione da affrontare,poiché è comprovato che la solitudine potrebbe aggravare la patologia, questo accade perché molti amici di fronte ai cambiamenti si rimangono disorientati e si finisce per prendere le distanze,se poi pensiamo che siamo in periodo di distanziamento sociale,ecco l’importante di preseservare la dimensione affettiva,come ingrediente fondamentale del paniere di cure che offriamo al bisognoso d’amore che è chi soffre e che siamo anche tutti noi.
Ascoltiamo con lui una canzone magari scelta tra quelle che un tempo preferiva..e l’amore farà il resto…
Manteniamo tutti i canali aperti dell’affettività,permettendo contatti anche in presenza non solo al telefono,con tutte le cautele che la situazione comporta,in Francia per esempio sono risparmiate dal lock down,le case di cura per anziani,non che straveda per i francesi però in questo caso ci aiuterebbe a comprendere che il benessere degli anziani fragili e delle loro famiglie è fondamentale per rendere la società più civile e noi esseri … più umani -
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